Nella tradizione nigerina, quando si viaggia, bisogna sempre ricordarsi di portare un piccolo regalo ai fratelli più piccoli e ai bambini. All’inizio, quando reduce da un semplice viaggio a Niamey oppure di ritorno dall’Italia per le miei vacanze, i bambini si avvicinavano per chiedere il loro regalo la cosa mi infastidiva un po’. Mi sembrava di essere trattato come al solito per l’uomo bianco pieno di soldi a cui bisogna sempre chiedere qualche cosa. Poi, a poco a poco, ho capito che fare un regalo era il segno più grande che potevo offrirli. Con un semplice gesto comunicavo che mi eri ricordato di loro e che li volevo bene.Il resto lo faceva il sorriso radioso e gli occhi pieni di gratitudine con cui un bambino accoglieva il tuo regalo, anche se era una semplice biro o una caramella. Quest’anno sono stato anche più fortunato : al ritorno dall’Italia ho trovato qui in Niger il materiale che era arrivato con il container e che era stato riempito con i doni di molti. Ho potuto così fare dei bei regali : dei palloni di cuoio, degli zaini per la scuola, delle magliette colorate, qualche biro, delle scarpe, degli specchietti per il trucco con il filo per il cucito e perfino qualche bici. Non so se la gente ha capito che non potevo essermi portato tutto nelle mie due valigie, ma senz’ altro in tanti se ne sono andati contenti perché tramite il regalo avevano capito che mi ero ricordato di loro. Ieri sono andato in un villaggio e al ritorno ho potuto fare i miei regali.
Della canna da zucchero che al villaggio mi avevano regalato. E’ proprio vero che se mettiamo in circolo l’amore, come cantava Ligabue, tutto si colora di sole… e qui in Niger di sole ne sappiamo qualcosa.
(Andrea Tenca)